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È stato Gianfranco Contini, forse il maggior critico e filologo italiano del Novecento, a illuminare nella magistrale introduzione ai "Racconti della Scapigliatura piemontese" il sodalizio letterario tra il "maestro" Giovanni Faldella e il "discepolo" Achille Giovanni Cagna. L'edizione del semisecolare carteggio (1876-1927) intercorso tra i due scrittori documenta l'importanza di un rapporto di amicizia sempre vivo che non solo chiarisce molte vicende storico-politiche e culturali del periodo, ma entra nel merito delle scelte letterarie e del laboratorio della scrittura dei due, sostenitori dello sperimentalismo espressivo contro l'esigenza di normalizzazione della lingua letteraria operata da autori come Manzoni e De Amicis. Un prezioso documento tra letteratura e politica ma anche il racconto di una grande amicizia.